lunedì 20 ottobre 2008

Qualcosa su Roberto Saviano

Premetto che:
1) ho letto Gomorra in tempi non sospetti, quando non aveva ancora avuto il successo arrivato dopo;
2) ammiro tantissimo Saviano e vorrei che in Italia ci fossero migliaia di ragazzi come lui;
3) capisco tutta la mobilitazione in suo favore, ora da parte anche di qualche Premio Nobel;
4) non capisco in proposito il quasi-silenzio da parte della maggioranza degli scrittori. Ma questo l'ha spiegato giorni fa indirettamente, Matteo Collura, in una intervista al GR1 delle 13: "Saviano, non essendo un romanziere, né un narratore, nell'ambiente è considerato uno scrittore di serie B".
Aggiungo che probabilmente in molti di loro stanno rosicando perché ha venduto più Gomorra di tanti, ma tanti altri romanzi di scrittori nostrani messi insieme.
5) con buona pace del Ministro Maroni, penso che contro la camorra abbia fatto più Saviano di molti altri. Perché spesso le parole (dette e scritte) pesano più di qualche arresto qua e là. E se Maroni, detto per inciso, dice che la camorra si combatte anche in silenzio, mi verrebbe voglia di chiedergli cosa ci fa uno come Nicola Cosentino in Parlamento, ma questa è un'altra storia.
6) l'intervento dello scrittore a Matrix ha dato una scossa ulteriore al sistema (come si diceva una volta) perché magari tanti che parlano non hanno mai letto il romanzo.
Premesso tutto ciò, mi domando come mai Saviano abbia sentito il bisogno di dire che vuole lasciare l'Italia perché qua non si sente sicuro.
Capisco eccome la sua voglia di vivere una vita normale, di "innamorarsi e andare al pub a prendere una birra", ma proprio per questo, al posto suo, avrei evitato di gridarlo ai quattro venti, anche se forse il suo annuncio è stato un sottile messaggio alle istituzioni che, a quanto pare, ha infastidito qualcuno.
Ma al posto suo mi sarei comportato in maniera diversa: me ne sarei andato in punta di piedi e per un po' avrei fatto perdere le mie tracce.
Poi avrei scritto a Bruno Vespa e gli avrei detto: "Non sono più in Italia, ma continuerò a scrivere ciò che voglio da qua, da dove sono adesso. Nel frattempo sto con una ragazza e la sera vado spesso a giocare a freccette al pub. Salutami Emilio Fede".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'esposizione mediatica, in questo caso, lo salva, ecco perché ha dato l'annuncio, altrimenti sarebbe passato tutto sotto silenzio...

zefirina ha detto...

anche dire me ne vado è una forma di protesta, come i quando i miei olandesini acquisiti mi dicono che non torneranno mai più a vivere e lavorare in italia

guccia ha detto...

Il post migliore che ho letto finora sull'argomento.
Lo snobismo dei letterati italiani è vergognoso. E' vero che non è letteratura, ma è necessario, tanto basta per difenderlo.
Fede ultimamente ha dichiarato che giornalisti del tg4 lottano anche loro contro la mafia, ma in silenzio! Ma i giornalisti, una volta, per mestiere non scrivevano e parlavano? Strani giornalisti a rete4.

P.S.: sulla manifestazione dell'11 ti riferivi al problema vendoliano? Non l'ho trattato perché volevo che fosse solo un resoconto affettivo. Mi sono troppo incazzata. Oppure al PD?

Anonimo ha detto...

date un'occhiata qui
http://www.campus.it/?option=com_content&task=view&id=1811217644