Sul Manifesto di ieri c'è un articolo molto interessante di Ury Avnery, scrittore pacifista ed ex deputato israeliano, sulla recente guerra in Libano e alcune domande che pone sono le stesse che mi sono posto anch'io.
Innanzitutto Avnery chiede: "Chi ha vinto la guerra?"
"Un ufficiale dell'esercito libanese è riuscito a distruggere, qualche giorno fa, l'illusione che Israele fosse riuscito a ottenere qualcosa da questa guerra" - scrive - perché questo ufficiale, durante una parata militare trasmessa in televisione anche sui canali israeliani, ha dichiarato in arabo: "Oggi, nel nome della larga volontà di tutta la popolazione, venite preparati per essere schierati sul suolo del martoriato Sud, fianco a fianco con le forze della vostra resistenza e della vostra gente, che hanno stupito il mondo con la loro fermezza e che ha fatto a pezzi la reputazione di un esercito che si credeva fosse invincibile".
Inutile nascondersi che su questa frase c'è molto da riflettere.
Da profano e ignorante, pure io mi sono chiesto come mai Israele abbia dovuto bombardare il sud del Libano e Beirut per trentatre giorni per disarmare e sconfiggere Hezbollah, senza peraltro riuscirci del tutto.
Ancora prima mi ero chiesto come mai Israele avesse lasciato crescere nel tempo questa formazione paramilitare senza muovere un dito.
Figuriamoci se il Mossad non sapeva che nel sud del Paese dei cedri si stava formando una sorta di Stato nello Stato. A dirla tutta, non è neppure uno stato nello stato: è il sud del Libano, tana degli Hezbollah che sono rappresentati al governo e che hanno l'appoggio del 60% della popolazione libanese.
Avnery si chiede anche come mai Israele non abbia fatto nulla per intercettare i katiuscha lanciati su Haifa, Qiryat Shemona e le altre città israeliane di confine.
Con i Patriot riuscivano a intercettare gli Scud di Saddam Hussein, mentre i katiusha sono arrivati tutti a segno (uccidendo, tra l'altro, anche molti arabi, ma questo è un altro discorso). Al tempo degli Scud c'erano tre minuti di tempo, dopo il suono delle sirene, per andare nei rifugi. Stavolta l'allarme aveva un preavviso di sessanta secondi perché i katiuscha arrivavano da più vicino. In ogni caso non si è fatto nulla per intercettarli e le forze di terra, secondo quanto scrive Avnery, sono stranamente intervenute tardi.
Adesso in Israele ci saranno le pseudo inchieste che cercheranno di far luce su questi dubbi e sono in molti a chiedere le dimissioni di Olmert.
"Perché il trio Halutz-Perez-Olmert ha deciso di iniziare una guerra soltanto un paio di ore dopo il rapimento di due soldati? (..) E' stata Condoleeza Rice a decidere quando iniziare e quando finire?" chiede ancora lo scrittore. E in conclusione afferma che i 154 israeliani morti nella "guerra senza nome" sono morti per i coloni in Golan.
Al momento il problema è anche: chi disarmerà Hezbollah?
L'Italia sta per cacciarsi in una brutta faccenda, tanto per cambiare, e alcuni di coloro che hanno votato per il centrosinistra s'indignano perché l'Italia farà parte della forza Onu che andrà a fare il pic nic in Libano.
In verità Prodi e D'Alema mi avevano già deluso ancora prima: quando a chi chiedeva se con loro al governo saremmo mai entrati in qualche guerra, candidamente rispondevano che non escludevano interventi qua e là sotto l'egida dell'Onu.
Non mi andava e non mi va bene.
Se l'Italia ripudia la guerra, i loro ragionamenti viscidi non mi convincono.
Nel frattempo i pacifisti e le loro variopinte bandiere della pace sono spariti, Bertinotti è Presidente della Camera e mi domando come si comporterebbe certa sinistra se, in questo frangente, al posto di Prodi, ci fosse Berlusconi.