Feltri, Betulla e le Frecce Tricolori
Il Capo andrà a Tripoli accompagnato dalle Frecce Tricolori, la cui esibizione, laggiù, secondo La Russa costa quanto una esibizione a Trieste.
Feltri e Betulla, sul giornale del fratello del Capo, fanno i salti mortali per difendere la decisione di Berlusconi.
Feltri accusa la sinistra di incoerenza perché quando in Italia venivano Arafat e Gorbaciov [sì, ha fatto questo accostamento, complimenti!] gli srotolavano i tappeti rossi per cui bisogna chiudere un occhio, in nome della realpolitik, quando si tratta di Gheddafi. Grazie al colonnello, infatti, non sbarcano più clandestini a Lampedusa [muoiono direttamente in mare] e abbiamo il prezioso petrolio.
Dunque per il campione di coerenza, in parole povere, con certi dittatori bisogna usare metri di giudizio diversi.
Betulla la mette su un altro piano: Berlusconi non va a omaggiare Gheddafi, ma il popolo libico. E sebbene all'ex spia non piaccia il regime del "Gran Beduino", "bisogna decidersi: si deve avere una politica che accompagni i popoli alla democrazia, tendendo la mano, o si deve dar guerra simbolica e magari poi con il piombo fuso a tutti coloro che non rispettano i canoni della democrazia occidentale e i diritti umani alla nostra maniera?"
Complimenti per la concezione di "esportazione di democrazia": a est si porta con aerei armati, a sud con le Frecce Tricolori. Bisognerebbe decidersi, sì.
E meno male che non c'è più Bokassa perché se il Capo decidesse di andarlo a trovare e omaggiare, i due paladini della libertà e della democrazia scriverebbero che lo fa perché il dittatore ci procura l'uranio e magari qualche diamante da regalare a qualche escort durante le simpatiche cene a Palazzo Grazioli, dove, dice Feltri, c'è più gente che alla festa nazionale del Pd.
3 commenti:
campioni di coerenza e di opportunismo. Davvero c'è brutta gente lasciata libera di girare per le nostre strade
e che popo' di gente... :-S
http://www.unimondo.org/Notizie/Colonialismo-italiano-in-Libia-un-passato-da-svelare2
alle frecce italiane in Libia
L'Italia che recupera civiltà rispetto il suo passato coloniale non va scoraggiata. Berlusconi o Gheddafi non contano. Conta il popolo libico che deve percepire l'Italia che chiede perdono per i suoi orribili crimini coloniali. La sinistra italiana deve essere cooerente e guardare con occhio da statista alle vicende della politica come ci hanno insegnato i grandi oggi sostituiti da piccoli oligarchi che si fanno trascinare dal vento di massmedia impregnati ancora di odio e di spocchia coloniale.
http://www.unimondo.org/Notizie/Colonialismo-italiano-in-Libia-un-passat...
pietroancona@tin.it
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