Falce e carrello, carrello e manganello?
Tempo fa ne avevo sentito parlare di sfuggita e mi era parso che in un certo senso qualcuno volesse un po' oscurarlo, così l'ho comprato e letto. Si tratta del libro "Falce e carrello" in cui l'arzillo patron ottantunenne di Esselunga, Bernardo Caprotti, racconta di sé e dei suoi supermercati. E di come la Coop gli ha sempre messo i bastoni fra le ruote. La sua è anche una denuncia bella e buona e finita la lettura si rimane effettivamente un po' sconcertati. L'anticomunista Caprotti, come si definisce lui stesso, tutti i torti non li ha ad essere incavolato con le cooperative rosse.
Solo che dopo qualche giorno, in un trafiletto de Il Manifesto, avevo letto che in quei supermercati non sono tutte rose e fiori: le commesse facevano turni abbastanza duri e guai a ribellarsi.
Ieri ho letto sullo stesso quotidiano, e scopro che è anche qua, di una cassiera della Esselunga di via Papiniano, Milano, che venerdì scorso alle 16,30, è stata picchiata negli spogliatoi.
«Mi ha preso per i capelli, mi ha trascinata in bagno e mi ha picchiato la testa dappertutto, ha chiuso la porta e mi ha detto: "Così impari!"»
E' la stessa donna che il 2 febbraio è stata costretta a farsi la pipì addosso mentre era alla cassa, perché pur soffrendo di disturbi renali, non poteva lasciare il suo posto di lavoro.
Ora non so, i rossi avranno pur reso difficile l'attività imprenditoriale del signor Caprotti, ma quelli usati con la signora sembrerebbero metodi un po' fascisti e in una azienda modello, come il Caprotti ha dimostrato essere la sua Esselunga, non dovrebbero proprio esistere.
8 commenti:
A parte i commenti sul trattamento del personale e della signora in particolare, ho letto da qualche parte che il signore in questione si è dimenticato di parlare dei suoi aiuti politici...
Del signor Caprotti sento parlare sempre e solo male. A me sta sul culo sulla fiducia, anzi soprattutto grazie ai suoi editoriali sulla rivista che invia ai titolari della fidaty card.
Caspita, lo voglio assolutamente leggere, si allunga sempre di più la lista di libri da procurarmi ma questo non posso lasciarmelo scappare, devo sapere cosa accade negli oscuri meandri dell'ipercoop!
ne ho sentito parlare di sto libro, adesso vedrò di procurarmelo.
Franca ha ragione, di aiuti ne ha avuti parecchi, come del resto anche le coop, non va dimenticato, che tra l'altro sarebbero diventate assai più forti se le mosse del compra e vendi banche di d'alema fosse riuscito.
Gira e rigira fan poi tutti uguale, chi più e chi meno.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra disse qualcuno di più famoso di noi; da quel che ne so io il Sig. Caprotti mi risulta dovesse stare IMMOBILE!
Buona settimana.
Chi ne ha avuto esperienza personale, mi ha parlato di un supermercato organizzatissimo, funzionale e preciso, dove però i dipendenti sono trattati in maniera molto (troppo) rigida.
spero che la coop gli faccia il culo davvero :-)
Alla Esselunga ci sono stata una sola volta, e non nella mia città. Dopo aver letto la notizia su un quotidiano, qualche giorno fa, mi è davvero dispiaciuto constatare che qui in zona non ci sono supermercati della catena, perché avrei scelto di non metterci più piede. Un episodio di questo tipo dovrebbe suscitare reazioni molto più dure. Non basta un giorno di protesta di dipendenti e consumatori.
Posta un commento