sabato 24 novembre 2007

Quando le Teste parlano

I Talking Heads si formano a New York, nel 1975. All'inizio sono un trio: David Byrne (chitarra e voce), Chris Frantz (batteria) e Tina Weymouth (alla quale insegnano a suonare il basso proprio Byrne e Frantz, che poi diventerà suo marito). Ai tre si aggiunge poi l'ex tastierista dei Modern Lovers, Jerry Harrison e nel 1977 esce "Talking Heads 77" con la notissima "Psycho Killer" ("Psycho Killer, Qu'est-ce que c'est? Fa fa fa fa fa fa fa fa"...qualcuno ricorda?).
Nel 1978 inizia la collaborazione con Brian Eno che produrrà loro i tre dischi successivi:" More Songs About Buildings and Food", "Fear of Music" (1979) e "Remain in light" (1980) in cui suona anche Adrian Belew, gran chitarrista che era già stato alla corte di Frank Zappa e David Bowie e che poi sarebbe passato a quella dei King Crimson.
Dopo un lungo tour durato più di un anno, nel 1982 esce questo "The Name of This Band Is Talking Heads" doppio dal vivo che contiene alcuni dei pezzi che hanno fatto la storia del rock: Psycho Killer, Take me to the river (di Al Green), I Zimbra, The great curve, Life during wartime, per citarne qualcuno.


Il disco è una bella testimonianza di ciò che sapevano fare dal vivo i Talking Heads: ritmi africani, funky e rock miscelati con sapienza da quel genio bello e impossibile di David Byrne, con un tocco non da poco di un altro genio: Brian Eno.
Gli album che l'hanno seguito mi sono piaciuti un po' meno, ma i Talking Heads restano per me un gruppo fondamentale nella storia del rock.
Durante il tour mondiale del 1980 hanno suonato anche al Palauer di Roma e qui c'è un ricco campionario di video.
Nel frattempo, se volete, godetevi questo:


3 commenti:

zefirina ha detto...

la tua cultura musicale mi fa sentire un niente!!!

Associazione ImperiaParla! ha detto...

@Zefirina: ma che dici?! Comunque, nel caso dovessi passare dalle mie parti, potrei sempre farti vedere la mia collezione di dischi. Vuoi mettere, confronto a quella di farfalle :D

guccia ha detto...

E' un pò che non aggiorno la collezione di vinili di Gabriele scartabellando in fantasiosi mercatini...