lunedì 11 giugno 2007

San Lorenzo chiude i call center in Italia [III]

Cerco di fare il punto e il riassunto delle puntate precedenti.
La CGIL di Imperia ha chiesto l'intervento dell'assessore regionale al lavoro Enrico Vesco affinché la San Lorenzo adotti "altre soluzioni rispetto a quelle messe in atto, per scongiurare la disoccupazione di decine di donne e il conseguente peso sociale che deriverebbe da questa scelta", come si legge su La Riviera di venerdì 8 giugno.
Il settimanale del ponente ligure ha anche reso noto i nomi degli unici due membri del consiglio di amministrazione della Remark Calldirect Srl, la società con sede a Bucarest a cui è stato affidato il lavoro svolto finora dalla San Lorenzo Call Center: si tratta di Giancarlo Parola, ex membro del Cda della San Lorenzo e Luigi Mauro, ex capo area del settore riordino telefonico della San Lorenzo.
Intanto nella blogosfera sta prendendo corpo una interessante discussione partita da Luca Conti che ha scritto una lettera aperta alla direzione generale della San Lorenzo per chiedere trasparenza sulla vicenda.
La signora Angela Cardinale gli ha risposto concludendo: "Noi siamo un’azienda solida, giovane e desiderosa di crescere, chiediamo solo di poter lavorare."
Penso che sia quello che chiedono tutti.
Per quanto mi riguarda voglio mettere in chiaro ora e una volta per tutte, che non m'intendo di lavoro e di legge Biagi e non ho nulla di personale contro la San Lorenzo.
Mi sono limitato a segnalare la notizia perché riguarda in parte la mia zona, già abbastanza massacrata dal precariato e dalla disoccupazione.
Alcune considerazioni però le voglio fare.
Innanzitutto il furbacchione del quartiere di cui scrivo nel post precedente deve essere uno che se ne intende perché ha scritto, a nome mio, a persone "giuste": anche Tombolini ha ricevuto una falsa mail, come si può leggere nei commenti del post del 6 giugno.
A Imperia (e, forse, non solo) in molti stapperebbero bottiglie di spumante nel caso la San Lorenzo dovesse sparire dal mercato. Non sono uno di quelli: non mi piacciono i monopoli e penso che il mercato (e i consumatori) abbiano tutto da guadagnarci se c'è concorrenza leale.
L'autore di quelle mail avrebbe potuto firmarsi tranquillamente perché alcune cose che ha scritto possono anche essere condivisibili, ma l'anonimato è sempre antipatico.
Tombolini sul suo blog ha fatto un post dal titolo provocatorio.
Francamente mi aspettavo che dicesse: "Non c'entro nulla con i licenziamenti della San Lorenzo perché io mi occupo di marketing". Ma è chiaro che si sia sentito in dovere di "difendere" l'azienda per cui lavora. Forse avrei fatto lo stesso.
Anche Samuele Silva scrive in proposito e riporta la testimonianza di Tabata, una donna che ha lavorato al Call Center della San Lorenzo.
Roberto Felter ha analizzato la vicenda dal punto di vista legale.
Anche Sergio Longoni e Markingegno ne parlano sui loro blog.
Luca Conti ha chiuso i commenti al suo post "per evitare di dover discutere con commentatori anonimi e polemici per partito preso".
Non vorrei essere costretto a fare altrettanto e mi aspetto, al limite, proposte che possano aiutare a risolvere la questione delle 600 donne sull'orlo della disoccupazione.

6 commenti:

Antonio Tombolini ha detto...

Solo per segnalare che il mio punto di vista sulla vicenda SL (al di là del post sull'"Elogio del precariato", dove la prendo più in generale su un tema su cui tornerò) l'ho espresso più compiutamente qui:
http://www.simplicissimus.it/2007/06/il_caso_san_lorenzo_legge_no_m.html

Grazie!

Anonimo ha detto...

non è giusto però ... perchè dobbiamo limitare questo scambio di opinioni !!... !!!

mario ha detto...

Precariato=nuovo modo d'intendere il lavoro?
Cose vecchie con parole nuove.Quando è che la finiranno col prenderci in giro?
Questi pensano che sia solo una questione filosofica? Il problema è la vita materiale, quella che ti spinge ad andare al mercato per risparmiare, che non ti offre la possibilità di portare tuo figlio a mangiare una pizza, che ti fa fare i conti su tutto.Che se ti ammali è un casino. E' tutto questo!
Non bastano le formule di un simil bocconiano a farci dimenticare che "nuova razza di padroni" questi signori rappresentano.

guccia ha detto...

um vorrei capirci di più, ma di sicuro è tutta un gran brutta faccenda e di sicuro prima di ogni altra cosa sono dalla parte di quelle famiglie.

Anonimo ha detto...

Conosco Tabata da anni, la conoscevo ai tempi della sua esperienza alla SanLorenzo. E quanto ha raccontato sul blog di Samuele, è solo una piccola parte di ciò che accadeva. Speriamo in bene, per quelle 600 donne...

Ciao Ed!

Anonimo ha detto...

...mi sa che riprenderò questa storia per darle spazio anche sul mio blog :D