mercoledì 24 maggio 2006

Io senatore a vita? Non sanno più come farmi fuori.

"In quel momento nell'austera cornice del portone spalancato compare Lui, il Presidente del Consiglio. Biancheggia il suo sorriso inossidabile mentre la mano alzata saluta la folla con gesti rigidi e stereotipati. Da pupazzo meccanico. Non è molto alto. Incede sul sagrato del palazzo e si avvicina al limite della scala, verso un microfono che nel frattempo qualcuno ha sistemato su una piantana. La sua immagine fa appena in tempo a comparire nel monitor dove prima campeggiava il presentatore-baro.
Quando accade qualcosa di inspiegabile.....
Da qualche parte si sente uno schianto. Forse è stato un fulmine. Forse ha colpito una grondaia. No, io lo so. non è stato nessun fulmine. E' stato uno sparo...
Il Presidente si accascia al suolo. Colpito. Da una carabina di precisione che ha sparato il colpo mortale...E' proprio il foro di una pallottola di grosso calibro. Ma dal buco profondo che il proiettile ha scavato nelle carni , all'altezza del cuore, non esce...non esce sangue. Non esce niente, come se avessero sparato a un manichino di plastica."
-Bruno Morchio- Bacci Pagano, Una storia da carruggi - 2004

Morchio in questo romanzo mi ha fatto risentire l'odore di refrescume dei vicoli di Genova.
Certi suoi modi di dire ("è fatto come un cocco", "non fa sangue neppure se la prendi a coltellate"), quindici anni fa erano i miei e di tanti genovesi della mia generazione. Mi ha fatto venir voglia di sputarmi anche "Maccaia".

2 commenti:

Undine ha detto...

Beh, intanto grazie per il suggerimento, Ed. Non ho letto niente di quest'autore, ma grazie al tuo post ci farò un pensierino.

Berlusconi per i suoi meriti imprenditoriali "potrebbe" aspirare alla carica di senatore a vita...soltanto per quelli, però.

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Leggilo Silvia, è un noir, un genere che non piace a tutti, ma trovo che sia scritto bene e la descrizione di Genova e dei suoi cambiamenti, efficace.