Rock e Oriente

A Rockpolitik Franco Battiato ha raccontato l'episodio in cui si era incontrato col Dalai Lama e mi è tornato in mente questo disco, così l'ho riascoltato.
Probabilmente non importerà a nessuno, ma a me piace e lo metto sul blog.
E' uno dei dischi folk più psichedelici della scena musicale tedesca, volgarmente denominata 'krautrock'.
I Kalacakra (che in Tibetano significa 'ruota del tempo') erano in due: Claus Rauschenbach e Heinz Martin che suonavano soprattutto strumenti orientali. Nel 1972 autoproducono questo Crawling to Lhasa che è un esempio di come la musica etnica, nell'ambito rock, andava già alla grande trent'anni fa. Questo disco è consigliato alle persone di mente aperta e a tutti coloro che oggi si riempiono la bocca di musica 'new age': ascoltatevi questo e poi ne riparliamo.



Se avete fortuna lo trovate su CD con due bonus, l'originale sarà assai difficile trovarlo e costa l'ira di Dio. Ovviamente io ho la ristampa perfettamente illegale, ma la musica che esce dalle casse è quello che conta, alla fine.
In quegli anni era di moda andare in India e in Tibet, per trovare quello che non c'era qua. Qualcuno è andato e c'è rimasto, altri, come Claudio Rocchi o George Harrison, son tornati, chi fulminato (il primo), chi ispirato musicalmente (il secondo). Battiato non so se era già fulminato prima di andarci, ma se penso a Fetus e a Pollution direi che lo era già, e come stava bene!
Qua, su questo disco, si canta (si fa per dire) della peste nera che distrusse la città di Maerby Shiras, in Persia e della danza in circolo degli indiani Arapaho, per fare due esempi. Non è allegro: è raga. L'influenza di Syd Barrett si sente nel pezzo 'Tante Olga' e se tanto mi dà tanto, chissà come doveva essere zia Olga. I Kalacakra, se possibile, erano ancora più sconvolti di Barrett. Ascoltare, per credere, Jaceline.
A volte mi domando che fine abbiano fatto. Un disco e via, ne avranno vendute poche copie ai concerti, agli amici e ai parenti, che so. Peccato non esserci stato.