Quel che resta di Bossi

Bossi mi stava sull'anima quando era in buona salute e non vedo perchè non mi ci debba stare adesso che sano non è più.
Mi dispiace per l'ictus che lo ha colpito, ma se sento antipatia verso una persona, la sento 'a prescindere'.
A dirla tutta mi ci sta ancora di più adesso mentre scende da trionfatore a Roma per assistere al grande evento: l'approvazione della devolution al Senato.
Sarà lì come spettatore perchè non fa più parte dell'Assemblea di Palazzo Madama. Ormai credo che sia in pensione. Dico 'credo' perché coi parlamentari non si capisce mai bene come funziona, solo loro sanno quando ci vanno e quanto incasseranno. E grazie a Roma ladrona, a occhio e croce, dovrebbe beccare come minimo 4.500 euro al mese a cui vanno aggiunti i circa 12.000 per la carica di europarlamentare. Sì, pare che sia ancora europarlamentare e non oso immaginare quante volte si sarà presentato a Strasburgo dopo l'ictus dell'11 marzo 2004, se a malapena riesce a trascinarsi a Pontida e alle sorgenti del Po una volta all'anno.
Bossi è quello che anni fa diceva tranquillamente in pubblico che Berlusconi è un mafioso e un fascista.
Bossi è quello che diceva che una cartuccia, in fondo, costa 300 lire, (quando voleva partire coi fucili da caccia e fare la marcia su Roma).
E' quello che ha sempre sputato su Roma, ma poi andava in parlamento e godeva di tutti i benefici di cui gode un qualsiasi parlamentare.
Bossi è quello che adesso è grande alleato di Berlusconi.
E domani si godrà l'ultimo spettacolo sulla devolution.
Che se lo goda, tanto l'anno prossimo, se ci sarà il governo di centrosinistra, un referendum cancellerà anche la devolution.