C'è protesta e protesta
I fatti successi di recente a Renato Schifani e a Marcello Dell'Utri, mi hanno fatto riflettere perché, con le dovute proporzioni, più o meno la stessa cosa, nel corso del tempo, è successa a me: contestato e contestatore.
Quando Licio Gelli era andato ai martedì letterari di Sanremo, Marco Ballestra, Christian Abbondanza, il sottoscritto e molti altri (iscritti del PD e dell'ANPI, per esempio) eravamo fuori dal cinema Centrale, dove il piduista era stato invitato a parlare del suo libro.
Abbiamo fatto la nostra bella manifestazione di protesta e poi ce ne siamo andati, senza neppure averlo visto entrare e uscire, perché da buon piduista ha usato una porta segreta. Abbiamo avuto la giusta visibilità sui media locali e via.
La seconda esperienza l'ho vissuta da contestato.
Sul finire degli anni ottanta ero consigliere di circoscrizione, eletto come indipendente nelle liste del PCI. Verso la fine del mandato avevo convinto tutto il consiglio [noi eravamo all'opposizione, naturalmente] a organizzare quello che è stato il più grande concerto di musica rock fatto a due passi dal mare nella mia provincia: gli Sleeves, i Big Fat Mama e i Polvere di Pinguino in una serata unica, gratis, con jam finale da brividi.
Per convincere il Presidente e i consiglieri più scettici, proposi di fare un concerto "contro tutte le droghe". Se avessi proposto di farlo per la liberalizzazione, forse Imperia non avrebbe mai visto i su citati gruppi, mi sembra ovvio. E se ci avessi aggiunto "le droghe di Stato", ciao eh!
Così il concerto si fece. Spettatori presenti: meno di un centinaio (Imperia è così, per conoscerla bisogna viverci).
Prima del concerto si presentò un gruppo di ragazzi del Sobbalzo, una sorta di centro sociale in embrione, con enormi canne finte, tamburi e striscioni, per contestare me e l'iniziativa.
Dopo un po' presi il microfono e dissi loro: "Ok, avete fatto la vostra protesta, adesso lasciate suonare i gruppi e, se volete, state pure ad ascoltarli".
E il concerto ebbe inizio.
Questo per dire che è sacrosanto il diritto a protestare, ma dipende sempre da come si protesta. Coloro che vanno all'interno di un luogo in cui si svolge un dibattito per protestare, per me non sono squadristi o fascisti: sono maleducati.
Perché a loro chiedo: se la stessa cosa capitasse a voi? Se durante un vostro dibattito in un luogo che è momentaneamente vostro, si presentasse qualcuno impedendovi di parlare, come reagireste?
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