All'Italgas [II]

Giovedì scorso ci sono ritornato.
Non sto a dirvi quante volte sono entrato in quell'ufficio, ma l'importante è che forse ci siamo: presto avrò il gas di città qua in paese. Sembra un paradosso, ma è proprio così: è arrivato il gas di città in paese.
E questo nonostante il sistema non sia ancora del tutto stabile: i dati stanno ancora emigrando.
Con le due impiegate, Simonetta e Silvia [i nomi sono di fantasia: potrebbero chiamarsi Simonetta e Silvia nda.] ormai siamo arrivati a scherzarci su.
Giovedì, per esempio, la prima si è messa all'opera con il computer solo che a un certo punto mi ha detto: "Non me lo prende! Non me lo prende!" riferendosi al mio nome da inserire nei campi, sempre per via di quella storia dell'emigrazione.
Così mi dice: "Ci metto un punto e voglio vedere se non lo frego!"
Al che, tanto per fare una carineria, le ho detto, parafrasando Totò: "Mettici anche un ; e un !"
Alla fine l'ha preso, anche se non sono sicuro che abbia messo quello che le avevo suggerito.
Non è che poi sono stato capace di dirle: "A che ora esci? Ti aspetto e ti offro l'aperitivo" oppure: "Cosa fai stasera?" o più semplicemente: "Se vieni a casa mia ti faccio sentire gli arcangeli con le trombe e i diavoli coi tromboni [cit.]".
Niente di tutto questo.
Le ho chiesto se è iscritta a Facebook.
Comunque il gas arriva presto, eccheggas!