venerdì 4 luglio 2008

Le Olimpiadi di Pechino

Le sto aspettando manco fossero i mondiali di calcio.
Ho già fatto la scorta di cipolle, uova e birra per poter fare le frittatone alla Fantozzi e spaparazzarmi davanti alla TV.
Stamattina leggo su La Stampa che sono state presentate le medaglie. Immagino che siano fatte di un materiale particolare in modo che non si corrodano subito, una volta messe al collo degli atleti, per via dell'inquinamento.
Per le cavallette non ci sono problemi: gli organizzatori hanno a disposizione 33.000 uomini pronti a combatterle. Adesso non si sa se avranno delle retine tipo quelle per le farfalle o napalm, o diserbante: l'importante è che le tolgano di mezzo in modo che tutto possa filare liscio.
Il teatro dove si svolgeranno certe gare sull'acqua sembra un campo di bietole, ma lì basterà un fotoritocco con uno photoshop per televisione e vedremo l'acqua bella azzurra.
Immagino che molti record andranno in frantumi e che molti cinesi sconosciuti vinceranno un sacco di gare. Stavolta non ricorreranno alle rane: hanno scoperto che i totani hanno molte proprietà in più.
Nel salto con l'asta i casi sono due: o permetteranno agli atleti di usare una speciale mascherina antigas oppure le misure si fermeranno intorno ai tre metri, tre metri e mezzo, perché un pochino più su si rischia seriamente l'asfissia.
I maratoneti e i marciatori proprio non riesco a immaginarmeli: gli organizzatori avranno costruito un enorme tunnel in plexiglass dove farli correre sennò dopo qualche chilometro andranno tutti per terra come mosche.
La Cina ci inquina, ma quando qualcuno ha provato a farglielo notare, gli è stato risposto qualcosa tipo: "Sono quarant'anni che avvelenate il mondo, adesso non rompete le palle se ci mettiamo un po' del nostro".
E a me fanno un po' pena quelli che alla Cina si inchinano solo perché là hanno le loro fabbrichette dove poter sfruttare mano d'opera a gogo.
E non mi faccio troppe illusioni su eventuali eclatanti azioni degli atleti in tema di diritti umani: con tutti i soldi che prendono da sponsor e federazioni, figuriamoci se si permetteranno di fare o dire qualcosa che possa dar fastidio.
Ormai l'ultima speranza è la Mongolia.

5 commenti:

zefirina ha detto...

non credo mi appassioneranno più di tanto

Anonimo ha detto...

Come ho esternato in un articolo sui fatti del Tibet e dopo i fatti birmani, ho deciso di non seguire nemmeno una gara. Le boicotto così le loro olimpiadi.

Anonimo ha detto...

Non credevo ai miei occhi quando ho visto le barchette navigare sul mare completamente verde.... comunque questo post è divertente, peccato che poi sia tutto vero azz

Franca ha detto...

Si è vero, la Cina inquina.
Inquinano anche gli Stati Uniti che non hanno mai ratificato il protocollo di Kyoto.
E inquina anche l'India e se potesse inquinerebbe anche l'Africa.
Il fatto è che tutti aspirano al nostro livello di vita.
La soluzione qual'è?
Che tutti gli altri rimangano al loro attuale livello per permettere a noi di mantenere il nostro?

guccia ha detto...

Ho sempre evitato di commentare e scrivere di questo argomento perché non mi ritengo abbastanza informata. Posso capire la rabbia per certe cinesità, ma assolutamente non capisco l'amore per la casta dei monaci tibetani da parte del mondo dei blog. Disinformazione? I sig. monaci, fra le altre meravigliose cose che facevano, frustavano. Non facciamoci mangiare la testa dai media.
E il quesito di Franca è sicuramente molto interessante.

Molto O.T.: Se passiamo ad un'ora decente, che sia l'andata o il ritorno, ti messaggio.