martedì 10 giugno 2008

I sentieri del cielo

Ho appena finito di leggere quello che per me è uno dei migliori romanzi di letteratura italiana usciti negli ultimi anni: "I sentieri del cielo, di Luigi Guarnieri.


In calabrese i sentieri del cielo, in epoca di brigantaggio, erano li tratturi du cielu: le mulattiere nascoste e quasi invisibili che usavano i briganti sulla Sila per raggiungere i loro rifugi.
La storia, a dispetto di quanto incredibilmente riportato anche da molti siti con un bel copia-incolla, non si svolge nel 1963, ma cent'anni prima, appena dopo l'Unità d'Italia.
L'esercito dei Savoia era stato mandato in Calabria, male armato e affamato, ma determinato e senza pietà, a distruggere i briganti: coloro che provenivano dall'esercito borbonico e che erano stati lasciati senza terra perché il nord cominciava già a papparsi tutto. Con loro c'erano anche donne: quelle con le palle, anche se non portavano i calzoni.
A un certo punto del romanzo qualcuno chiede se i briganti debbano essere considerati tali oppure partigiani difensori a tutti i costi della loro terra che non ne volevano sapere del re, dei piemontesi e dei savoiardi.
L'autore non si schiera, ma mi ha dato la possibilità di vedere le cose anche da un punto di vista che prima non avevo considerato. Un po' come anni fa certi registi nordamericani ci facevano vedere l'altro aspetto dei pellerossa.
"I sentieri del cielo" è la storia della caccia al brigante Boccadoro: non è splatter, ma teste e orecchie volano che è una meraviglia, anche se l'autore non si ferma a giudicare: i protagonisti non si scompongono più del dovuto perché quella crudeltà sembrava normale, sia da una parte che dall'altra e alla fine viene difficile schierarsi.
Nel romanzo ovviamente si possono trovare molte analogie tra i fatti che succedono al giorno d'oggi in Iraq, per esempio, o quelli successi da noi, durante la Resistenza.
Una cosa è certa: alla fine ho cominciato a guardare la Calabria e i calabresi con un occhi diversi.
Sarà un caso che il maggiore Albertis aveva un occhio solo?
Su Carmilla c'è una bella recensione e per saperne un pochino di più (giusto un assaggio, perché mi è venuta voglia di leggere "Il brigantaggio meridionale" di Aldo De Jaco, per il momento pressoché introvabile) su Wikipedia si può leggere qualcosa in proposito.

OT: Firefox, dopo un aggiornamento a Flash player, non mi permette di visualizzare per intero la finestra su cui scrivere i post e mi tocca farlo con IE. Succede anche a voi?

3 commenti:

Franca ha detto...

Ogni fenomeno va inquadrato n4el contesto storico in cui avviene.
A ragionarci sopra, i briganti del tempo avevano le loro buone ragioni...

zefirina ha detto...

segno anche questo, gli altri libri che hai consigliato mi sono piaciuti

senza voler giustificare i briganti in effetti sapere perchè si diventava tali non è male

p.s. un mio avo marchigiano pare dicono.....

Clelia ha detto...

La Calabria è una terra bellissima, piena di fascino. Sicuramente darò un occhiata al libro, poi di dico. Ti consiglio di leggere Gomorra di Saviano...bellissimo. Se ne vuoi avere un "assaggio" puoi legger il mio post voglia di Urlare e dirmi cosa ne pensi.

Buona giornata

Ps. Grazie per aver brindato alla mia vittoria, onorata della tua presenza nel mio blog.

Clelia