sabato 25 agosto 2007

Fanny Ardant e Renato Curcio [II]

"Le mie parole hanno fatto soffrire quelli che hanno gia' sofferto e la cui ferita rimane aperta e per questo chiedo perdono.
Ho pensato alle vittime anche leggendo il libro di Mario Calabresi. Ho parlato allora della mia visione della vita. Penso che chi rimane coerente con le sue condizioni, chi gestisce da solo la propria espiazione, chi non negozia la sua liberta' come merce ha diritto al rispetto, come diceva Mario Calabresi bisogna pero' scommettere sull'amore della vita. Al di la' della giustizia ci deve essere il perdono.
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Dichiarazione di Fanny Ardant al TG1 delle 20.00 di ieri riportate dall'Ansa.
Di seguito trascrivo la parte "politica" rilasciata al settimanale "Anna" dall'attrice francese.

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Perché è interessata a quel periodo della storia italiana?

Ho sempre considerato il fenomeno Brigate Rosse molto coinvolgente e passionale. Era un'epoca in cui si sceglieva un campo; c'era chi prendeva fuoco e decideva che poteva ammazzare e farsi ammazzare. Oggi in Italia c'è un velo di opacità, gli unici interessi sono economici. Quando ero giovane il vostro Paese era il massimo della democrazia per me, ogni legge si poteva discutere. Oggi, come da noi in Francia, siamo tutti intrappolati dai divieti.

Il sessantotto italiano partì sull'onda di quello francese.

Ma in Francia fu diverso. Era la libertà della parola, dell'espressione, della struttura. Un momento poetico, quasi creativo. Non c'è stato un morto! E poi abbiamo visto che i più grandi poeti sono diventati i più grandi uomini d'affari.

Anche da noi molti dei protagonisti di allora sono finiti al governo.

Ma avete quello che per me è un eroe, Renato Curcio. Lui non è diventato uomo d'affari.

E' un suo punto di vista. In Italia abbiamo avuto molti morti e molto dolore per poter liquidare la cosa così, in Francia avete una certa indulgenza per i terroristi italiani. Una civetteria intellettuale, l'ha definita Claudio Magris sul "Corriere della Sera" e ha aggiunto che è delirante ritenere qualsiasi ingiustizia sociale debba essere combattuta con il terrorismo. Tornando all'oggi, dominato come dice lei dagli interessi economici, Massimo D'Alema sostiene che i ragazzi dovrebbero fare come nel '68, quando la sua generazione si fece sentire rumorosamente.

Mi viene in mente Affabulazione di Pasolini. Diceva: sono i vecchi che fanno la guerra, per mandare i giovani al patibolo. Qui non c'è guerra, ma ci dev'essere qualcosa nella natura che spinge l'uomo maturo a mandare la gioventù allo sbaraglio.
In Francia avete avuto la guerriglia nelle periferie.

Bruciare la macchina di una panetteria o di un infermiere che ne ha bisogno per lavorare lo trovo ridicolo. Non sono andati agli Champs Elysées a bruciare gli immobili di Bernard Arnault. Questo sarebbe significativo! Devi prendere di mira le cose che rappresentano il potere, il capitalismo. Io ero a Mosca, mi è sembrato che la stampa abbia molto pompato i fatti. Pare quasi si voglia far paura al lettore per poter mettere leggi di polizia.

Nel film di Marra lei è una donna ricca e molto innamorata di un ragazzo ambizioso. Uno che vuole fare carriera a tutti i costi.

L'ambizione è una cosa che trovo bellissima. La cosa che non sopporto è l'ipocrisia del sistema politico.

Che però è nutrito dall'ambizione.

Ah no, a volte è nutrito dall'avidità, che non è la stessa cosa. I soldi sporcano tutto.

Lei non ama i soldi

No

Ma li spende

Io dico sempre che i soldi devono assicurare la tua libertà. Il lusso è restare fedele alle mie scelte di lavoro, non essere costretta a fare un film che non mi piace per pagare una nuova villa.

Come vede la Francia di Sarkozy?

E' presto per dare un giudizio, aspettiamo. Prima di sputare guardo. Trovo comunque che ha costrituito il suo governo in modo intelligente, forse più furbo che intelligente. Considerando gli sbagli della sinistra, si è detto: come mai? E ha fatto un piccolo cocktail. Gli concedo il beneficio del dubbio.

E Cécilia?

Non la conosco io non guardo la tv. Mi interessano le cose che cadono sul fondo del bicchiere e restano, niente è più vuoto dell'attualità.

Cécilia ha l'aria enigmatica, seria, dubbiosa.

Dunque interessante. Meglio delle first lady sempre con il sorriso da scema. Deve essere terribile essere la prima donna, mi fa paura tutto il convenzionale che ci si aspetta da lei. Se ha questo mistero, lo alimenti. L'interessante è quello che rimane quando tutta l'agitazione è caduta.

Lei non ha mai votato, è così anarchica?

Ride. C'è sempre qualcosa nel mondo della politica che non mi convince, non riesco a crederci. Preferisco i sindaci, perché fanno cose concrete. Possono veramente cambiare la vita all'essere umano.
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Il caos è finito: andate in pace.

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