venerdì 16 febbraio 2007

Brigate Rosse 2.0

Più passano i giorni, più mi rendo conto che tutta questa faccenda delle nuove Brigate Rosse sia una bufala che non ti dico.
Va bene che qualcuno di loro ha ancora il latte alla bocca, ma se proprio volevano giocare a fare le BR, non potevano studiarsela meglio, la parte?
Questi avevano il covo in un casolare abbandonato e semidiroccato. Dico: ce l'avevo pure io quando a dodici anni giocavo agli indiani e ai cow boys e ci lasciavo l'arco con le frecce insieme alle pistole finte dei miei amichetti.
L'arsenale poi è qualcosa di spaventoso, come si evince dalle foto di Repubblica: "un fucile mitragliatore kalashnikov con relativo caricatore; un mitra Uzi con caricatore; una pistola mitragliatrice Skorpion; una pistola Sig Sauer; una pistola colt calibro 38; un cannocchiale per fucile; due divise estive della Guardia di finanza; tre giubbotti antiproiettile; varie fondine; una parrucca; numeroso munizionamento di vario calibro in corso di repertazione.".
I documenti sono una via di mezzo tra i pizzini di Provenzano e altre fetecchie varie. Voglio dire: vabbè che dovevano essere le Brigate Rosse 2.0, ma una occhiata a "Il dominio e il sabotaggio" e "Proletari e Stato" di Antonio Negri l'hanno data, almeno i più grandi?
E poi andiamo, leggi questo, sempre dal grandissimo Giuseppe D'Avanzo su Repubblica e ti cadono le braccia: "[...]Preparano con cura laboriosa un'aggressione armata a "obiettivi" simbolici, come svelano le conversazioni intercettate[...]
Questi qua si facevano ancora intercettare le conversazioni? Sono senza parole.
Io direi che sarebbe ora di smetterla di giocare. E lo direi anche ai giornalisti che mi hanno letteralmente rotto i maroni. Sono falsi come Giuda perché loro il latte alla bocca non ce l'hanno più e quando le vere Brigate Rosse lasciavano il giudice Sossi su una panchina con il biglietto del tram in tasca, dopo averlo rapito, ebbene, questi giornalisti da scoop a tutti i costi, già scrivevano o perlomeno la storia delle vere Brigate Rosse devono averla studiata, poi. Se non l'hanno fatto, lo facciano per favore, così evitano di sparare cazzate in futuro.
Certi punti saranno un po' oscuri, diciamo dopo che nelle BR si era infiltrato di tutto, fino ad arrivare al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro, ma fino a quando Curcio e la Cagol avevano la situazione in mano, le cose sono chiare.
Provo a mettermi nei panni di un ragazzo di vent'anni che della storia recente italiana sa quello che sa. Legge certi articoli (se li legge), vede la TV e chissà cosa pensa.
Non penserà di sicuro che alcuni giornalisti e presunti brigatisti sono da buttare nella spazzatura.
Non mi stupirei di vedere le esercitazioni delle Brigate Rosse 2.0 su YouTube, uno di questi giorni.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

A mio avviso non è una bufala. Non bisogna prendere sottogamba questi ibdividui (dichiarano di essere "prigionieri" politici) da assimilare soltanto a vorgari delinquenti comuni. Lo Stato fa bene ad allertare le forze dell'ordine ed a rendere partecipi i cittadini.

Anonimo ha detto...

a giudicare da come s'è incazzata la CGIL non direi che si tratta di macchinazione. L'unico dubbio avanzato da molti è il fatto che siano stati arrestati guarda caso prima della manifestazione, ma onestamente anche questa teoria per me lascia il tempo che trova.

Barbara Tampieri ha detto...

Per quanto mi riguarda non mi stupirei di nulla. La storia delle BR è piena di buchi neri, basti pensare alla figura di Moretti.

Fly ha detto...

Nei miei panni di ragazza ventenne che legge i giornali più che guardare la tv non so che pensare.

Unknown ha detto...

Beh... io non penso che sia una bufala. Sul fatto del conoscere la storia delle Br hai perfettamente ragione! Pochi giornalisti si informano prima di informare!
Oh! Ci sono, eh? Poco e sempre sempre in pieno casino ma ci sono!

Unknown ha detto...

Ovviamente la solita Nuvola!

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Ciao Lucia, grazie della visita! Lo so che ci sei: non mi sfugge un post del tuo blog! ;-)

Eliolibre ha detto...

Qualche vecchio arnese della lotta armata, qualche ragazzotto mentalmente labile, solerti poliziotti che indagano per anni, altrettanto solerti magistrati che fanno il loro dovere. Che manna per gli pseudo giornalisti nostrani....

Anonimo ha detto...

temo che più che una bufala sia solo una manifestazione della faciloneria e del pressappochismo dell'italia contemporanea...

come commentavo in un altro blog, ogni epoca ha i "guerriglieri" che si merta...

milton ha detto...

invece credo proprio che tu abbia ragione.
Anche io sentivo odore di bruciato quando mi dicevano che queste cellule guarda caso erano in Veneto proprio quando si parla della base Usa di Vicenza...
una coincidenza che ci deve sempre far pensare...

guccia ha detto...

Io ho 23 anni ma alle menzogne dei giornalisti e soprattutto a quelle dello stato sono già abituata. Abituada come lo può essere una reduce di Genova o un pendolare che passa ogni giorno davanti allo squarcio della stazione di Bologna e, ovviamente, non solo. Tutta questa faccenda la trovo ridicola ma mi dispiace per Rinaldini, davvero una grande persona che avrebbe altro a cui pensare.

Anonimo ha detto...

Ha perfettamente ragione Ed.
Purtroppo queste "nuove br" con la vecchia storia non c'entrano proprio nulla.
Intanto, proprio per evitare strumentalizzazioni, nel 1987 i capi dichiararono chiusa l'esperienza sottolineando che "i militanti delle br coincidono con i prigionieri delle br". Come a dire: se a qualcuno venisse in mente di utilizzare il marchio in buona o cattiva fede, sappia che con la nostra storia non c'entra nulla.

Ma perche' allora si insiste ancora a collegare il nuovo con il vecchio? Semplice. Quella storia non si e' mai avuto il coraggio di chiuderla e tutti sono li a strumentalizzarla per creare i cattivi e giustificare le azioni repressive che spesso in violazione di principi basilari di libertà, i buoni sono costretti a fare.
Cosi' va a finire che una piccola disubbidienza diventa estremismo.

Non voglio dire che questi ragazzi non avessero in mente di portare avanti pratiche di lotta armata. Ma rievocare i tempi passati, il contesto storico-politico, la situazione internazionale per far passare il messaggio che la democrazia ed il mondo sono in pericolo per 4 ragazzotti e che sono necessarie misure drastiche di repressione, altro non e' che una rivisitazione della strategia della tensione.

E va a finire che qualcuno s'incazza veramente e magari un processo di lotta armata si innesca veramente.
Cui prodest?