sabato 14 gennaio 2006

La guerra di Piero

Provo vergogna a ricordare solo adesso che l'11 gennaio era il settimo anniversario della morte di Fabrizio De André avvenuta a Milano per tumore nel 1999.
Storia di un impiegato e Creuza de mä sono i suoi album che mi son piaciuti di più. Per quanto riguarda i 45 giri, Bocca di Rosa, Via del Campo, La canzone di Marinella, Il Pescatore, Suzanne e tantissime altre.
De André riposa al cimitero monumentale di Staglieno, dove c'è la statua fotografata per la copertina di "Closer" dei Joy Division.

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbraccia l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

Il sito Via del Campo è utilissimo per chi vuole approfondire la conoscenza su uno dei più importanti cantautori italiani.

2 commenti:

Mr. Diego ha detto...

Bravo Ed, un bel ricordo lucido e privo di retorica... al contrario dei soliti commenti commemorativi che si vedono in TV

diderot ha detto...

i miei preferiti sono "non al denaro..." e "anime salve": non ha mai perso l'ispirazione, ha sempre esplrato nuove vie. aveva solo 59 anni, chissà quanti altri capolavori avrebbe potuto regalarci...