Blog e non Blog
Non riesco a capire come mai Dagospia sia considerato un blog.
Per quel che ne so io il blog è differente, stando anche alla definizione che si trova su Wikipedia. Da quando in qua a un blog ci si deve abbonare, per dirne una?
Probabilmente a Roberto D'Agostino non importa un fico secco che il suo sito sia o no considerato un blog. Quelli che non capisco sono i portali che continuano a metterlo nelle classifiche dei più visti tra i blog.
Non è affatto questione di invidia: semplicemente Dagospia non è un blog.
Con tutto il rispetto e anche con sincera ammirazione, D'Agostino (che tra l'altro mi è simpatico anche perchè gli piace il rock e fuma il toscano) e il suo sito mi ricordano vagamente le riviste degli anni settanta Stop e O.P. di Mino Pecorelli.
Pecorelli sapeva le cose sempre prima di ogni altro e le pubblicava. Sulla sua rivista non c'erano donne nude o gossip (all'epoca il termine non era ancora stato coniato) bensì notizie scottanti che riusciva ad avere grazie a chissà quali agganci.
Direi che D'Agostino è il Pecorelli del nuovo millennio.
Leggevo volentieri O.P. e mi pento amaramente di aver perso quasi tutti i numeri in qualche trasloco.
Visitavo spesso il sito di D'Agostino, ma ora lo faccio di rado perchè la brutta grafica mi fa passare la voglia di leggere i contenuti e anche perchè ho notato che la maggior parte di quello che c'è scritto, dopo qualche giorno si rivela aria fritta.
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